dietro questa sigla c'è la possibilità di essere visibili nei motori di ricerca apparendo tra i risultati organici e quindi senza dover pagare per ogni visita: come si ottengono le posizioni migliori? Tutto parte da un progetto SEO...
SEO, come scriviamo anche in una FAQ dedicata , è l’acronimo di “Search Engine Optimization” (ottimizzazione per i motori di ricerca), il processo di ottimizzazione di un contenuto (tipicamente pagine di siti web) per migliorarne il posizionamento organico nei risultati dei motori di ricerca.
Cosa significa “posizionamento organico”? Per comprenderlo bisogna pensare ai risultati che il motore di ricerca offre a fronte di una ricerca, che sono sostanzialmente di due tipi: risultati per cui chi appare ha un contratto con il motore ed è disposto a pagarlo, detti anche “risultati a pagamento”, e risultati che il motore spontaneamente offre ai suoi utenti, senza che questo derivi da una relazione commerciale con chi li ha realizzati. In questo caso si parla di “risultati naturali” o anche “risultati organici”. Nelle valutazioni dell’algoritmo di ricerca quei risultati sono quelli maggiormente in grado di soddisfare l’intento di ricerca di chi si rivolge al motore.
Le attività di ottimizzazione SEO si dividono in due grandi macrofamiglie:
Le attività SEO “in pagina” riguardano l’ottimizzazione di una serie di aspetti tecnici che mirano ad agevolare il lavoro dei motori di ricerca ed offrire dei contenuti particolarmente graditi (nella forma e nella sostanza).
Le attività SEO “fuori pagina” sono mirate a migliorare le chance che gli algoritmi di ricerca trovino, esternamente alla pagina, elementi di favore utili ad aumentare le possibilità che quel contenuto venga valutato positivamente: tra questi, collegamenti in ingresso e menzioni sono dei fattori particolarmente importanti.
Investire nelle attività di posizionamento organico può portare grandi benefici, ma calcolare quanto investire può essere complicato: ne abbiamo scritto in un post dedicato del nostro blog”.
Quali sono le attività tipiche di un progetto SEO?
Il primo passo è capire cosa si vuole ottenere dalle attività che si andranno a svolgere: questa fase è fondamentale e non basta un generico “vogliamo attirare più potenziali clienti” ma bisogna addentrarsi nella specificità delle persone con cui desideriamo relazionarci (anche avvalendosi dello strumento delle buyer persona) e comprendere in quali fasi del Customer Journey preferiamo intercettarle.
Individuati i nostri obiettivi di business, prima di imbarcarci in un progetto SEO, dobbiamo confrontarci con il mercato: individuare, anche a grandi linee, il potenziale di richieste espresse dal mercato e l’affollamento delle risorse disponibili in rete in grado di soddisfarle ci permette di farci un’idea sia del valore che della difficoltà del posizionamento di determinati contenuti.
Come vengono raggiunte le risorse che ci riguardano (non solo le nostre, ma anche quelle pubblicate da altri, come ad esempio recensioni su piattaforme di terze parti) e che sono indicizzate dai motori di ricerca?
Fino a che punto i nostri contenuti sono ottimizzati?
Quali competenze abbiamo già e quali dobbiamo maturare per procedere con delle attività SEO?
Quanto tempo e quanto budget possiamo e vogliamo dedicare a queste attività?
Sono tutte domande che è bene affrontare per programmare al meglio le attività SEO da mettere in campo.
Le attività di ottimizzazione SEO dei contenuti riguardano gli aspetti SEO che abbiamo classificato come “on-page”: alcuni sono estremamente tecnici (velocità del sito, markup html degli elementi, sequenza dei contenuti, nomi di file, etc.) ed altri relativi alle scelte linguistiche e terminologiche effettuate, dove è importante che chi si occupa di pubblicare contenuti acquisisca determinate competenze.
Nel perseguire degli obiettivi di posizionamento la mera ottimizzazione di contenuti pre-esistenti spesso non è sufficiente: è importante quindi pianificare lo sviluppo di nuovi contenuti (sia in luoghi di proprietà che non) capaci di supportare una crescita di visibilità e autorevolezza.
La posizione di un contenuto in relazione agli altri ne influenza la percezione da parte dei motori di ricerca. Tipicamente, una pagina web “vicina” alla pagina iniziale ha maggior rilievo di una pagina annidata in qualche sottolivello della struttura del sito: verificare la relazione tra i contenuti ed ottimizzarla permette di migliorare le chance che i contenuti risultino più interessanti agli occhi degli algoritmi dei motori di ricerca.
I collegamenti in ingresso verso un contenuto sono uno dei due pilastri su cui si reggono i progetti SEO: questo rende le attività di link building particolarmente importanti, con la nota che, oggi, algoritmi sempre più evoluti danno rilievo anche alle semplici “menzioni” di un contenuto, senza che sia per forza necessario un collegamento diretto.
Lo svolgimento delle diverse attività SEO deve essere accompagnato da un costante monitoraggio, orientato non solo alla verifica dei risultati, ma anche alle modifiche del contesto in cui ci si muove. Ad esempio, l’ingresso di un concorrente con un progetto SEO molto aggressivo sulle keyword oggetto delle nostre attenzioni potrebbe farci valutare dei cambiamenti in corso d’opera, così come dei cambiamenti tecnici (sempre all’ordine del giorno) degli algoritmi dei motori di ricerca o della composizione della SERP potrebbero suggerirci delle variazioni anche importanti nella nostra pianificazione di attività SEO, se non addirittura del nostro modello di business (pensiamo ad esempio alla proposta diretta da parte di Google di informazioni meteo ed al suo impatto sulle attività degli operatori meteo).
Quando un professionista o un’azienda incarica un consulente o un'agenzia SEO (o un’agenzia digitale che svolge anche attività SEO), è importante investire nello sviluppo di competenze specifiche: il posizionamento di contenuti sui motori di ricerca, per portare a risultati di rilievo, non deve essere vissuto come attività “a sé stante” ma integrata nel quotidiano dell’impresa, diventandone un patrimonio utile al suo successo.